Finora abbiamo visto opere d’arte sul football realizzate da pittori o scultori che non risulta che abbiano giocato a calcio o a rugby. In questo post parleremo, invece, di un pittore di successo che fu anche calciatore ai più alti livelli nell’Italia di inizio Novecento. Mi riferisco a Domenico Maria Durante detto “Durantin”, portiere della Juventus che, nel 1905, vinse il primo campionato della sua storia.
Durante portiere juventino dal 1901 al 1909
Domenico Maria Durante (Murazzano, 17 dicembre 1879 – Canale d’Alba, 20 ottobre 1944), figlio di una famiglia agiata, studiò all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. In questa città, a fine 1900, conobbe un gruppo di studenti, che aveva fondato una squadra che, proprio nella primavera di quell’anno, si era iscritta per la prima volta al campionato organizzato dalla Federazione Italiana del Football (FIF): il Football Club Juventus. Durante – ribattezzato “Durantin” dai suoi compagni di squadra – divenne subito uno dei pilastri della Juventus, dove giocò come portiere titolare per nove campionati consecutivi, dal 1901 al 1909.
A quei tempi, il calcio era in Italia uno sport amatoriale e solo i benestanti avevano le risorse necessarie per praticarlo. La Juventus era una squadra di studenti torinesi di buona famiglia e aveva ben pochi giocatori stranieri, che invece abbondavano in altri club del tempo. Ciononostante, i torinesi riuscirono ad arrivare alla finale dei tornei nazionali del 1903 e del 1904, perdendo in entrambe le occasioni contro il Genoa, squadra che vinse sei dei primi sette campionati italiani di Association Football (nel 1898, 1899, 1900, 1902, 1903 e 1904).

Genova, 13 aprile 1903, finale del quinto campionato italiano di Association Football: Genoa CFC – Juventus FC 3-0
Nel 1905, alcuni nuovi innesti (tra cui un inglese e uno scozzese) resero più competitiva la Juventus, che riuscì finalmente nell’impresa di superare il Genoa laureandosi, così, campione d’Italia per la prima volta nella sua storia.

Il Football Club Juventus campione d’Italia nel 1905. Durante è in piedi al centro della fila superiore (All’epoca il portiere non si distingueva ancora con una casacca di colore diverso. Nella Juventus del 1905 non tutti i soci potevano permettersi la costosa maglia bianconera, importata dall’Inghilterra nel 1903. Per questo motivo, alcuni usavano ancora la precedente maglia rosa)
Durante giocò tutti gli incontri di quel campionato. Lo stesso fece in quello successivo, che vide la Juventus arrivare nuovamente in finale, questa volta contro il Milan. L’incontro finì in parità. Pertanto, la FIF dovette organizzare un altro match da disputarsi su un campo neutrale; alla fine scelse il terreno di gioco dell’US Milanese, squadra della stessa città del Milan. La Juventus, giudicando poco neutrale tale decisione, non si presentò alla partita per protesta; così, il Milan vinse il campionato a tavolino. Questa non fu l’unica volta che la Juventus ebbe problemi con la Federazione. Nel 1908, per valorizzare i calciatori italiani, la FIF decise di organizzare due campionati paralleli: quello “Italiano”, riservato ai club composti solo da giocatori di nazionalità italiana, e quello “Federale”, aperto anche alle squadre che schieravano stranieri. L’idea fu un fallimento: al primo torneo si iscrissero solo due società, al secondo quattro. La Juventus partecipò a entrambe le competizioni e vinse quella “a due”, mentre l’altra se la aggiudicò la Pro Vercelli. Anche nel 1909 la Federazione, ribattezzatasi Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), organizzò due campionati paralleli: questa volta tutte le migliori squadre parteciparono a quello “Italiano”, vinto ancora dalla Pro Vercelli. La Juventus giocò entrambi i tornei e si aggiudicò di nuovo quello meno importante, in questo caso quello “Federale”. In seguito, la FIGC cancellò i due campionati minori delle stagioni 1908 e 1909 e riconobbe solo quelli vinti dalla Pro Vercelli. Va detto che anche questo club si scontrò con la Federazione nel 1910: ma questa è un’altra storia.
Le scelte poco felici della Federazione non facevano che creare confusione in un mondo del calcio, che stava perdendo lo spirito cavalleresco degli esordi: le rivalità tra i club si erano fatte accese, gli spettatori avevano iniziato a intimidire i giocatori delle squadre ospiti e si erano verificate le prime invasioni di campo da parte di tifosi esagitati. Fu, forse, per questi motivi che, alla fine campionato del 1909, Durante abbandonò il calcio giocato. Il suo, però, non fu un addio definitivo alla Juventus, come vedremo tra poco.
Durante pittore accademico di successo
L’esordio di Domenico Maria Durante come pittore fu posteriore di un anno a quello da calciatore: avvenne nel 1902 all’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino. I due quadri che espose in tale occasione non dovettero passare inosservati: infatti, nel 1904, il nostro pittore fu invitato alla mostra organizzata dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Firenze, dove il suo quadro Poeta alla solitudine vinse il premio della locale Camera di Commercio e Arti. Persone sempre più importanti si appassionavano alla pittura di Durante: alla mostra della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino del 1905, il re d’Italia Vittorio Emanuele III acquistò la sua opera intitolata Testa di vecchio. Negli anni successivi, il sovrano comprò altri suoi dipinti: Dea nel 1910 e Collana di Venezia, nel 1912.
Alla fine degli anni Dieci, la carriera di Durante era in rapida ascesa: alla Prima Esposizione Donatelliana di Livorno del 1909, il suo quadro Profilo ottenne la croce al merito e la medaglia d’oro, premi che vinse anche il dipinto Diana alla Seconda Esposizione Donatelliana di Napoli del 1910. Dal 1907 Durante iniziò a esporre con regolarità alla Biennale di Venezia, una delle più prestigiose rassegne internazionali d’arte al mondo. Negli anni Venti era ormai un pittore affermato; i suoi quadri si incontravano in collezioni private non solo italiane, ma anche inglesi, tedesche, statunitensi, peruviane, argentine, russe, del Principato di Monaco, ecc. Per i suoi meriti, nel 1921, Durante fu nominato Socio onorario dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, l’istituzione in cui studiò.
Nella Torino dell’epoca, il pittore di maggior successo era Giacomo Grosso, professore all’Accademia Albertina di Belle Arti; era specialista in ritratti di esponenti della nobiltà o dell’alta borghesia e in quadri di avvenenti fanciulle nude, che entusiasmavano il pubblico maschile.

Giacomo Grosso. In alto a sinistra: La Femme, 1895. Asti, Museo Civico. In alto a destra: Ritratto di signora, 1920. Torino, GAM. Al centro: Nuda. Collezione privata. In basso: La nuda, 1896. Torino, GAM
Grosso esibiva una raffinata tecnica accademica e cercava il facile successo presso la parte più conservatrice – e facoltosa – del mondo artistico di Torino. Va detto che se la città era all’avanguardia nell’industria, non lo era certo nell’arte: vi dominava una tranquilla pittura accademica di tradizione ottocentesca, che era detestata dagli innovatori come Boccioni e i futuristi, che cercavano di far progredire l’arte scontrandosi con l’ostilità della critica ufficiale.
Noi denunciamo al disprezzo dei giovani tutta quella canaglia incosciente che (…) a Torino incensa una pittura da funzionari governativi in pensione (Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Giacomo Balla, Gino Severini, Manifesto dei pittori futuristi, 1910).
Disinteressato al futurismo, al cubismo e alle novità in generale, Durante si trovava perfettamente a suo agio in questo ambiente ancorato al passato. Come Grosso, si specializzò nel genere del ritratto. I suoi quadri, quasi sempre firmati “D.M. Durante”, sono basati su una grande abilità tecnica ed esibiscono spesso riferimenti all’arte del passato, in particolare a quella del Rinascimento italiano.
Ad esempio, il su citato Profilo si ispira nell’impostazione ad aulici ritratti di profilo quattrocenteschi, che Durante reinterpreta con la tecnica precisa e quasi fotografica di un pittore accademico di inizio Novecento.

A sinistra: Domenico Ghirlandaio, Giovanna degli Albizzi Tornabuoni, 1489-90. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza. A destra: Giovanni Ambrogio de Predis, Bianca Maria Sforza, 1493 ca. Washington, National Gallery of Art
Lo stesso può dirsi per Angelus, che presenta una struttura analoga ad alcune opere di Giovanni Bellini degli ultimi decenni del Quattrocento.

A sinistra: Domenico Maria Durante, Angelus, 1928. Collezione privata. A destra: Giovanni Bellini, Madonna col Bambino, 1490 ca. Londra, National Gallery
L’Annunciazione, che fu acquistata da un importante industriale torinese, è invece ispirata alla celebre Annunciata dipinta da Antonello da Messina nel 1476.

A sinistra: Domenico Maria Durante, Annunciazione. Collezione privata. A destra: Antonello da Messina, Annunciata, 1476. Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis
Dagli anni Dieci, Durante dipinse diversi ritratti di ragazze della campagna piemontese; sono opere che si concentrano soprattutto sui volti delle giovani e, in particolare, sui loro sorrisi.
Non avete mai fatto un’istantanea ad un gruppo di ragazze di qualsiasi condizione, ignare dell’attentato fotografico e quindi sorprese nel loro più comune atteggiamento? Ebbene, avrete notato, che, su dieci, nove almeno erano ridenti (Domenico Maria Durante).

Domenico Maria Durante. In alto a sinistra: Andreina, 1914. Collezione privata. In alto a destra: Ines, 1922. Collezione privata (quadro usato negli anni Venti per la pubblicità del ricostituente Proton). In basso a sinistra: Sorriso, 1925. Collezione privata. In basso a destra: Amalia, 1934. Collezione privata
Come si è già detto, Durante non interruppe definitivamente la sua relazione con la Juventus nel 1909. Tornò a giocare nella stagione 1910-1911, seppur per una sola partita, e in seguito collaborò a Hurra!, il primo bollettino ufficiale di una squadra di calcio italiana, nato nel 1915 per tenere i contatti tra il Football Club Juventus e i suoi molti soci impegnati nella Prima Guerra Mondiale. Inoltre, Durante realizzò alcuni manifesti promozionali della Juventus; in queste opere scelse di firmarsi con il soprannome che gli diedero i suoi ex compagni di squadra: “Durantin”.
Per tutta la sua vita, Durante fu fiero del suo passato da calciatore: lo dimostra il suo Autoritratto in maglia della Juventus, dipinto quando aveva quasi cinquant’anni. Come tutti i suoi quadri, è pieno di citazioni all’arte del passato: come un ritratto della seconda metà del Quattrocento, è dipinto con la tecnica dell’olio su tavola e contiene un’iscrizione in basso. In essa, Durante si definì con orgoglio “campione di calcio et pittore”.
A chi vuole saperne di più sull’autoritratto di Durante consiglio questo articolo che ho pubblicato su Gli Eroi del Calcio.
I have noticed you don’t monetize your website, don’t waste your traffic, you can earn additional
cash every month because you’ve got hi quality content.
If you want to know how to make extra bucks, search for: Ercannou’s essential adsense
alternative
Veramente interessante, complimenti
Giovanni
Grazie!
Molto ben fatto e interessante. Ho un quadro di durante. Sarei ben lieto di fornire le foto in caso fossero utili per una documentazione fotografica dell’autore.
Grazie, mi fa piacere che l’articolo sia piaciuto. Ovviamente, sarei felice di conoscere il quadro di Durante. Proprio nel post che ho pubblicato ieri c’è un’altra opera sua. Non si tratta di un quadro, ma di un manifesto pubblicitario a tema calcistico. Teniamoci in contatto.