
Ángel Zárraga, Tres futbolistas (Tre calciatori), 1931. Olio su tela, cm 214,4 x 124,5. Collezione privata
Tra gli artisti che si sono occupati di football (calcio o rugby), Ángel Zárraga è il più importante dal punto di vista quantitativo. Nel corso della sua carriera dipinse numerosi quadri su questi due sport spaziando tra vari generi: il ritratto, la scena d’azione e persino la natura morta. Zárraga fu un innovatore nel campo dell’arte sul football: infatti, fu il primo a raffigurare giocatori di colore e calciatrici. Dei suoi ritratti di calciatrici si tratterà in un post futuro; in questo ci occuperemo della sua pittura sul football in generale.
La pittura di Zárraga e il “ritorno all’ordine”
Ángel Zárraga nacque in Messico (Durango, 16 agosto 1886 – Cuernavaca, 22 settembre 1946), ma visse in Europa gran parte della sua vita, dal 1904 al 1941. La sua città d’adozione fu Parigi, ma prima di stabilirsi nella capitale francese visse in Belgio e Spagna e viaggiò in Italia. Zárraga fu un pittore profondamente religioso come dimostra la dedica in basso a destra in una delle sue prime opere, Ex voto (San Sebastián).

Ángel Zárraga, Ex voto (San Sebastián), 1912. Città del Messico, Museo Nacional de Arte. Nella dedica è scritto: “SIGNORE non so celebrarti come il poeta con versi complicati; però accetta SIGNORE quest’opera rude e umile che ho fatto con le mie mani mortali. Ángel ZÁRRAGA”
A Parigi Zárraga non rimase indifferente ai movimenti d’avanguardia: tra il 1916 e il 1918 dipinse quadri cubisti per Léonce Rosenberg, il mercante d’arte per cui lavorò qualche tempo anche André Lhote. Tuttavia, la sua fase cubista fu piuttosto breve dato che, dal 1919 circa, tornò alla pittura realista. Zárraga non fu l’unico ad abbandonare la ricerca d’avanguardia in quegli anni. Quando nel 1918 terminò la Prima Guerra Mondiale – che per quattro anni e mezzo aveva devastato l’Europa – emerse ovunque un forte desiderio di ricostruzione non solo materiale, ma anche morale. Tra gli artisti, molti sentirono la necessità di lasciarsi alle spalle le “distruzioni formali” delle avanguardie (espressionismo, cubismo, futurismo, dadaismo, ecc.) per tornare alla stabilità e all’equilibrio della tradizione, classica, rinascimentale o accademica. Si chiama “ritorno all’ordine” questa corrente dell’arte europea del dopoguerra. In questa corrente c’era chi rifiutava completamente le avanguardie e chi ne recuperava alcuni contenuti. Zárraga appartenne a questo secondo gruppo: infatti, se da un lato i suoi quadri successivi al 1919 tornavano al realismo, dall’altro riprendevano temi tipici di futurismo e cubismo come la vita nella città moderna e, soprattutto, lo sport (si vedano, ad esempio, i quadri di Boccioni, Gleizes, Delaunay e Lhote). Certo, Zárraga non dipinse solo quadri a tema sportivo – i suoi dipinti religiosi furono molto apprezzati nella Francia degli anni Venti – ma non c’è dubbio che il calcio e il rugby furono tra i suoi interessi principali negli anni successivi alla Grande Guerra.
Importanza dello sport in Francia
Durante la Prima Guerra Mondiale, anche i capi militari francesi – come quelli britannici – favorirono la pratica del football (calcio e rugby) perché rafforzava i soldati e risollevava il loro morale. Negli anni successivi al conflitto, diversi studiosi individuarono nello sport uno degli strumenti più utili per rendere i cittadini più forti e sani, in altre parole, per migliorare la razza francese. Non sembra quindi un caso che, proprio negli anni Venti, il rugby e soprattutto il calcio si siano diffusi nel paese transalpino e abbiano raggiunto anche la classe lavoratrice; così come non è casuale l’interesse per lo sport femminile. In questo ambiente così ben disposto verso la cultura fisica, Zárraga iniziò a dipingere i suoi quadri su calcio e rugby.
I quadri sul football
I primi quadri sul football di Zárraga sono d’inizio anni Venti. Sappiamo che il pittore assisteva abitualmente alle partite di rugby e di calcio che si giocavano a Parigi. Va evidenziato che in lui la passione per lo sport si univa alla fede cattolica: come gli artisti del Rinascimento italiano, Zárraga credeva che il corpo umano fosse la massima espressione della divinità perché l’uomo fu creato a immagine e somiglianza di Dio. Inoltre, nella Bibbia san Paolo definisce il corpo “il tempio dello Spirito Santo” e ordina ai cristiani: “glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (Prima Lettera ai Corinzi, 6:19,20). In conseguenza, per il religiosissimo Zárraga il football era un mezzo non solo per fortificare il corpo, ma anche per glorificare Dio: questa idea è centrale nei suoi quadri sportivi, anche se solo alcuni hanno un messaggio religioso esplicito.
Sarebbe lungo trattare di tutti i quadri sul football di Zárraga: vediamone alcuni dei più importanti.

Ángel Zárraga, Futbolistas en el llano (Calciatori nella pianura). 1924-1928. Olio su tela, cm 175,3 x 121,9. Collezione privata
Futbolistas en el llano raffigura un portiere che salta per colpire di pugno il pallone, mentre un avversario lo ostacola e un compagno cade a terra. Sullo sfondo si vede il campo di gioco con un altro giocatore, un frammento di cartellone pubblicitario e, più lontano, le ciminiere di una fabbrica. Nel dipinto sono presenti molti degli elementi che abbiamo visto in quelli di Gleizes, Delaunay e Lhote (sport, cartelloni pubblicitari, industria, ecc.), ma c’è ben poco della scomposizione formale cubista. Solo i due giocatori che saltano al centro si fondono con il paesaggio circostante (come nei dipinti cubisti), ma lo fanno solo in parte; infatti, i loro corpi sono volumi ben modellati che non comunicano una sensazione dinamica, ma l’idea di solidità. Le tracce di cubismo sono totalmente assenti in Partie de football del 1925, in cui si vede un giocatore di rugby che placca un avversario.

Ángel Zárraga, Partie de football (Partita di football), 1925. Olio su tela, cm 100 x 80. Città del Messico, Colección Museo Soumaya Fundación Carlos Slim
La composizione basata sulle diagonali genera un moderato dinamismo, mentre i corpi degli atleti sono volumi perfettamente definiti dal chiaroscuro. Come si può vedere, uno dei due rugbisti è nero. Va ricordato che il primo atleta di colore a partecipare ai Giochi Olimpici fu proprio un rugbista, Constantin Henriquez de Zubiera, che giocò nella selezione francese che vinse il torneo di rugby ai Giochi Olimpici di Parigi del 1900.
Quando Zárraga dipinse Partie de football nel 1925, il calcio e il rugby erano diventati sport molto popolari in Francia, praticati da un numero crescente di ragazzi di colore.
Il “ritorno all’ordine” si caratterizzava anche per il recupero dei generi pittorici tradizionali come il ritratto. Nell’arte francese il ritratto di un giocatore famoso non era una novità: già nel 1912 Eugène Pascau aveva dipinto il rugbista Fernand Forgues, capitano dell’Aviron Bayonnais.
Tuttavia, Zárraga si distinse perché ritrasse soprattutto atleti sconosciuti. Per il pittore messicano lo sport era rivolto a tutti, esattamente come il messaggio cristiano; per questo motivo ritrasse democraticamente adulti e bambini, bianchi e neri, uomini e donne: tutti/e con un pallone in mano o ai piedi.

Ángel Zárraga, Retrato de un jugador de rugby (Ritratto di un giocatore di rugby), 1925 circa. Olio su tela, cm 91.5 x 64.7. Collezione privata

Ángel Zárraga, El joven futbolista (Il giovane calciatore), 1927. Olio su tela, cm 92 x 72. Collezione privata
Di solito i suoi ritratti sono a mezza figura, ma alcuni sono a figura intera come Joven futbolista, in cui è evidente il riferimento alla città e all’industria come nel su citato Futbolistas en el llano.

Ángel Zárraga, Joven futbolista (Giovane calciatore), 1926. Olio su tela, cm 150 x 98. Collezione privata
Va notato che Zárraga ritrasse con un pallone in mano anche l’attore messicano Ramón Novarro, che negli anni Venti era una stella di Hollywood.
Un altro genere tradizionale che Zárraga interpretò in senso sportivo fu la natura morta. In Dimanche (Domenica) del 1931 dipinse un tavolo su cui poggiano un paio di scarpe da football e una cassetta, che contiene un pallone da calcio, una maglietta a strisce bianco-rosse e un numero de L’Echo des Sports, uno dei principali giornali sportivi francesi del tempo.
Dimanche è la prima natura morta sul calcio della storia.
La relazione tra football e religione è particolarmente evidente in Tres futbolistas.
Raffigura tre calciatori in piedi come statue; due di loro si abbracciano e tengono il pallone, che sta perfettamente al centro, mentre il terzo regge un palo. La loro divisa è completamente bianca ed ha, all’altezza del cuore, una croce e le lettere IHSV in rosso. La sigla IHSV significa In hoc signo vinces (Con questo segno vincerai) e fa riferimento a un episodio della vita dell’imperatore Costantino: il 27 ottobre 312, mentre stava guidando il suo esercito a Roma per scontrarsi con le truppe di Massenzio, gli apparve in cielo una croce di luce con la scritta “con questo segno vincerai”.

Giulio Romano (su cartone di Raffaello), Visione della Croce, 1520-1524. Città del Vaticano, Musei Vaticani
In seguito a tale visione, Costantino fece mettere un segno cristiano sugli scudi dei suoi soldati che, il giorno successivo, sconfissero l’esercito di Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, vicino a Roma. Inoltre, va aggiunto che i colori della divisa dei calciatori hanno un significato simbolico: il bianco rappresenta la fede, mentre il rosso è il colore dell’amore divino.
I riferimenti alla religione sono più discreti nel dipinto Partie de football del 1924.

Ángel Zárraga, Partie de football (Partita di football), 1924 circa. Olio su tela, cm 89.5 x 59,5. Collezione privata
Raffigura nove giocatori di rugby; i loro corpi sono disposti sulla tela in modo da formare una diagonale che sale dall’angolo inferiore destro verso la zona superiore sinistra. L’attenzione dello spettatore è diretta versi il giocatore lanciato verso il cielo con le braccia alzate. Intuiamo che salti per afferrare il pallone, ma il posto della palla è preso da un fascio di luce che scende dall’alto. Sembra una luce divina, come se Dio stesse inviando un segnale di approvazione ai giocatori di rugby. Partie de football è forse il quadro in cui è più evidente la relazione tra sport e religione tipica di Zárraga: mediante il football gli atleti perfezionano non solo il proprio corpo, ma anche il proprio spirito, avvicinandosi così a Dio.
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